Co-wash : ESSERE

Co-wash : ESSERE


Lo so, lo so bene che anche tu ci sei passata.

Che tu abbia scoperto la cosmesi eco biologica oggi, due o dieci anni fa, non puoi aver saltato la “fase splend’or”.

Appena metti un piede fuori dal sentiero della pubblicità ed inizi a girare i prodotti, preoccupandoti non solo di quanto viene spiattellato sulla confezione, ma anche e soprattutto di cosa contiene veramente quella boccetta, ti butti con affanno sul web provando a capire per quale motivo non ti sei ancora sciolta in doccia avendo usato mille mila prodotti ad occhi chiusi.
E in quel frangente ti prende il panico da “oddio con che mi lavo ora? smetto di lavarmi e mi struscio sulla terra come gli elefanti?”, ma lì dall’angolo spunta la soluzione a (quasi) tutti i problemi : vuoi spendere poco usando un metodo diverso e delicato per lavare i capelli?

COWASHATI!

Ovviamente è una terminologia totalmente nuova e sconosciuta quindi, passata la prima sopresa, inizierai a cercare di capire di cosa si tratta nel dettaglio ed è allora che dal magico cappello di internet salterà fuori il balsamo Splend’or, decantato come la soluzione a tutti i mali o come il meno peggio degli scaffali, che si può reperire praticamente ovunque.
La ricetta che quasi tutti abbiamo provato a mettere in pratica è la seguente: balsamo non siliconato e zucchero, cosa che avrebbe dovuto garantire rinnovamento della cute con azione scrub dello zucchero, e lavaggio meno aggressivo tramite il solo balsamo, appunto.

Ora, volendo essere delle persone competenti come io NON sono, ci sarebbe da fare tutto un discorso sugli ingredienti demonizzati ma considerati comunque sicuri per l’uomo, sul motivo per cui alcuni shampoo siano effettivamente aggressivi, su come la scelta dei tensioattivi impiegati nei prodotti possa influire più o meno bene sulla cute, su quanto alimentazione e stress possano essere un problema per il nostro corpo e molte altre variabili filosofiche che di certo non è opportuno che affronti io.

Ma da qualche parte si dovrà pur partire per comprendere ed adeguare le abitudini alla propria etica, non credi?

Personalmente uso shampoo ecobio o ad INCI controllato, secondo miei criteri, ormai da molti anni, penso di aver iniziato ad usare gli shampoo solidi di Lush poco dopo che sono usciti apprezzando da subito la filosofia dei prodotti anidri, quindi non ho mai incolpato i detergenti che usavo se la mia cute risultava untuosa o periodicamente arrossata e pruriginosa, tutt’ora sono convinta che ci sia un concorso di colpa tra varie motivazioni se non sono un tronco di figa atomica con dei fluenti capelli setosi e lucenti come diamanti ma come sai, dopo il detergente corpo, Essere è diventato di botto uno dei miei marchi del cuore e mi incuriosiva troppo lasciarmi andare al cowash.

E così un giorno, arrivò lui :

Anche stavolta siamo di fronte a 500 ml certificati AIAB, vegan e pure testati per i metalli pesanti, io mi ci starei abituando a questa generosità eh?

Ringrazio tutte le persone bresciane brutte che hanno attraversato il mio cammino in passato, credo sia stato una sorta di rito di iniziazione per testare la mia pazienza, e a quanto pare ora posso guardare oltre e fare affidamento solo sui Bresciani buoni, quelli che credono nel proprio  lavoro, che considerano le persone importanti, che rispettano l’ambiente e credono nella forza dell’essere uniti per raggiungere obiettivi ambiziosi, insieme.

Penso anche di volere una maglietta con ricamato l’hashtag #esserebrescianisbetter, che sia possibile?
Poi verifico con calma, non escludo che lo shop Essere abbia delle soluzioni a riguardo, sarebbe un claim adattissimo da indossare con fierezza….

Ma ora torniamo al cowash.

Innanzitutto dal flacone puoi vedere cosa si intende per Co-Wash ovvero conditioner washing, che per i non Cambridge come me significa semplicemente “lavaggio con il balsamo”, mi sembrava ci fosse anche un filone di pensiero che lo definiva Conditioner Only Wash, ma il fine è esattamente lo stesso quindi non credo che cambi molto il modo in cui lo si traduce.
Vorrei segnalare da subito, nel caso in cui tu non ne fossi informata da precedenti articoli, che io sono una persona particolarmente ardìta che fa del rischio la propria ragione di lavaggio, i miei capelli vengono detersi spessissimo senza vergogna e, udite udite, riesco addittura a non diluire certi shampoo.

Cose orribili accadono nel mio bagno.

L’idea di poter alternare ai lavaggi schiumogeni classici un tipo di trattamento diverso ed innovativo, era una scoperta che volevo provare sulla mia pelle davvero da molto tempo, e fra le tante possibilità che il mondo ecobio offre ho deciso di continuare a fidarmi di Essere per intraprendere il cammino del lavaggio balsamoso.
I sopraindicati 500 ml sono stati una ghiotta base di partenza per farmi propendere verso questo marchio, la mia idea principale (messa poi in pratica con notevoli risultati) era quella di fare 3/4 lavaggi consecutivi con il metodo cowash a cui far seguire un lavaggio con shampoo normale, e chiaramente se considero la mia haircare routine fare due conti è semplice, così come è altrettando semplice comprendere che con un tubetto da 200 ml o meno, avrei coperto davvero un numero poco consistente di giorni e conseguenti lavaggi.

Lui invece è stato un compagno fedele che è stato al mio fianco per settimane e settimane, instancabile e sempre pronto all’azione, credo di poter dire che abbia il miglior rapporto quantità-qualità-prezzo se consideri che lo puoi acquistare a 16,00 € sia nel sito del produttore che QUI dal mio ormai noto bio-spacciatore di fiducia.
Ammetto di aver avuto qualche difficoltà iniziale a capire come e quanto ne dovevo applicare, quando si è abituati alla schiuma passare ad un prodotto esclusivamente cremoso non è semplice, ma con un minimo di pazienza ho capito che per la mia testa la miglior applicazione la potevo ottenere prelevando una dose di crema alla volta, da distribuire a zone sulla mia capoccia, un ultimo paio di dosi le andavo ad applicare sulle lunghezze, coprendo così le esigenze di capelli lunghi circa 20 cm oltre le spalle con 6/8 pump totali.
Devi considerare che oltre alla cute triste ed untuosa, io, come se ciò non risultasse già sufficiente, dispongo di capelli molto sottili modello tela di ragno quindi condividere la gioia di un prodotto che è stato incisivo nel rinfrescare e pulire la mia cute, senza per questo dimostrarsi aggressivo ed offrendomi anzi una chioma districata, voluminosa, morbida ed “ordinata” è decisamente un traguardo notevole.

La cosa bella di questa tipologia di detersione è che non ho percepito la mancanza della schiuma, ma anzi, ho scoperto come emulsionando leggermente con un filo d’acqua calda il prodotto precedentemente distribuito sulla cute, si creasse una morbidissima crema della consistenza di un ricco latte detergente incredibilmente gradevole e soddisfacente da massaggiare, ma anche particolarmente agile da sciacquare senza residui, cosa molto rilevante per tutti i portatori di capello unticcio come me che in genere si guardano bene dall’applicare balsami, maschere o altri orpelli se non esclusivamente sulle lunghezze a debita distanza dalla cute.

Tenendo conto che siamo di fronte ad una evoluzione del semplice balsamo, credo sia superfluo segnalare che ti puoi pettinare pre-asciugatura senza tirar giù tutti i santi del paradiso a causa dei nodi e di tutte le conseguenze che questi portano (capelli spezzati, cute stressata, spazzole in sciopero, bestemmie, etc.), ma a scanso di equivoci te lo confermo comunque.

E poi c’è lui, il behenamidopropyl dimethylamine che sappiamo essere fisso nell’olimpo dei condizionanti top di gamma.

Anzi, avendo tirato in ballo un ingrediente, direi che abbiamo la scusa perfetta per sbirciare l’INCI :

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aqua, prunus amygdalus dulcis oil, lauryl glucoside, cetyl alcohol, stearyl alcohol, dipalmitoylethyl hydroxyethylmonium methosulfate, behenamidopropyl dimethylamine, citrus limon peel extract*, centaurea cyanus flower extract*, panthenol, soy amino acids, wheat amino acids, saccharum officinarum powder*, arginine HCI, serine, threonine, glycerin, parfum, benzyl alcohol, polyglyceryl-2 dipolyhydroxystearate, lactic acid, sodium benzoate, sodium dehydroacetate, hexyl cinnamal, hydroxycitronellal, linalool. (*= da agricoltura biologica).

Subito dopo l’acqua è presente una importante quantità di olio di mandorle dolci (prunus amygdalus dulcis oil), pregasi apprezzare il fatto che sono state inserite correttamente nella foto, a differenza ad esempio del fiordaliso (centaurea cyanus flower extract) che ho brutalmente e malamente sostituito con dei muscàri solo perchè sono dello stesso profondo blu, ma già lo sapevamo tutti che sono una persona anomala, giusto?
E’ presente anche l’estratto biologico di limone (citrus limon peel extract) di cui conosciamo le capacità purificanti e lucidanti sui capelli, oltre al pantenolo ed agli aminoacidi di soia e grano (panthenol, soy amino acids, wheat amino acids) che sono elementi preziosi per il benessere della pelle problematica.

E per farci tornare con la mente alle prime ricette che abbiamo messo in pratica noi tutt’altro che provetti tecnici di laboratorio, è presente anche lo zucchero di canna (saccharum officinarum powder) idratante ed antisettico.

Ho gradito moltissimo anche stavolta la profumazione che è stata scelta per il prodotto, è una fragranza davvero molto elegante e femminile a mio avviso, intensa ma non eccessiva, ha delle note dolci ma molto lontane da quella che può essere una classica vaniglia che ben si associano ad un fondo che mi sembra di percepire floreale, è difficile definire in maniera netta quali sono le essenze che lo compongono, ma profuma decisamente di buono, questa per me è una certezza.
Purtroppo devo dire che sui miei stramaledetti capelli non è persistente, e te pareva.

Aggiungerei giusto un tentativo mal riuscito di fotografare le consistenza di questo balsamo lavante, ha una texture che penso sia davvero ideale per questo genere di applicazione, risulta liscio e cremoso ma perfettamente equilibrato per non risultare troppo denso compromettendo la facilità di distribuirlo, o al contrario esageramente liquido da venir disperso nel piatto doccia prima di arrivare anche lontanamente ai pochi minuti di posa previsti.

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E’ quella che io considero davvero una consistenza appagante, morbida, avvolgente e vellutata con un profumo delizioso.

Naturalmente tutto aiuta quando desideri ottenere un risultato “professionale” sulle tue acconciature, diciamo che io sono abbastanza pigra in questo frangente e non conosco l’uso di spazzole o suddivisioni in ciocche per procedere con una asciugatura lisciante, io mi sparo il phon a temperatura media in faccia e lo muovo casualmente, finchè i capelli sono asciutti a sufficienza da poter uscire senza farmi venire un colpo alla cervicale, ma posso dire che quando utilizzavo questo cowash per la detersione ho sempre avuto una chioma più ordinata dell’effetto galleria del vento a cui sono abituata, quindi non posso che suggerirti di concedere a questo grande flacone un po’ di spazio nella tua doccia, lasciati coccolare dalla sua delicata capacità lavante ed intensa azione ammorbidente, dubito che te ne pentirai 😉

Ammetto di aver sinceramente un po’ dubitato di questo prodotto, mai mi sarei aspettata che un non-shampoo potesse far tornare a splendere i miei capelli, eliminando l’untuosità dalla cute e riportando la situazione della mia testa alla perfetta normalità (solo la situazione esterna, sull’interno ho gettato la spugna), a stento avrei potuto credere alla sua capacità lavante e penso che sia un esempio lampante di quanto alle volte l’unica soluzione sia “provare per credere”.

Ciao!
Francesca

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